mercoledì 28 gennaio 2015

Io e le mie occhiaie

  Se nel 1997 - accidenti! - Niccolò Fabi cantava Capelli, io potrei cantare Occhiaie. Tutto è iniziato il primo anno di università, prima lezione alle 8, come al liceo...solo che quella volta non dovevo prendere la bici, il treno e fare una breve camminata. Già, bastava la camminata o la corsetta in bicicletta. Aggiungiamoci che non sono mai stata una che alle 22 andava a dormire - sì, ok, da bambina andavo alle 21, massimo 21.30! - e di conseguenza dormire 6 ore per notte era diventato un lusso. 

  Così sono arrivate loro, le occhiaie! Per fortuna niente che un buon fondotinta + correttore non possano nascondere, ma all'epoca non ero un granchè brava col make up...quindi c'erano e si vedevano! ='(

  Qualcuno potrà obiettare il fatto che bastava dormire di più...eh, sarebbe stato bello, se non fosse che le occhiaie sono genetiche e in famiglia abbiamo tutti la tendenza ad averle. Anzi, a mia mamma con l'età sono venute le borse...ma ssssh non ditele che sto parlando dei suoi difetti ;-)

  Da quella volta sono passati, ahimè, 11 anni, quindi di sicuro non sono migliorate...quindi oltre alla combo fondotinta + correttore si sono aggiunti anche contorno occhi e siero. Solo che, in periodi difficili come quest'ultimo, sono diventate più dure a morire

  Però poi mi viene in aiuto Facebook e tutta quella gente che si fa fotografare nei locali e scopri che i tuoi coetanei o addirittura gente più giovane, sembra molto, ma molto più vecchia di te. E' una magra consolazione, lo so, ma è pur sempre una consolazione! =D

mercoledì 14 gennaio 2015

Miniserie, che passione!

  Durante il periodo natalizio e nelle ultime sere, sto recuperando alcune serie tv brevi, che mi sono piaciute davvero tanto. Tutte nominate ai Golden Globe, tra l'altro!

  Sotto consiglio dei più, ho iniziato a vedere Fargo, serie tv ispirata al film dei fratelli Coen, ma che non vuole essere nè un remake nè un seguito. Sono rimasta davvero soddisfatta, 10 puntate che ti tengono incollata al teleschermo, sia grazie all'ottimo cast - uno su tutti Billy Bob Thornton - sia grazie ad una sceneggiatura che non fa una piega. Ammetto che è un po' crudo, dato il quantitativo numeroso di omicidi, ma è anche molto divertente.

  Una serie, invece, consigliato dalla mia migliore amica, è Olive Kitteridge: tutt'altro genere, qui si parla di famiglia e della malgestione dei sentimenti contrastanti di una moglie, madre, ma soprattutto donna. Anche qui spiccano le ottime interpretazioni dei protagonisti come la stessa Olive Kitteridge interpretata da Frances McDormand e di Richard Jenkins che interpreta il marito, in un ruolo diversissimo da quello in cui mi aveva abituata in Six Feet Under. Senza contare la partecipazione finale da parte di Bill Murray, che dà una marcia in più.

  Infine, mi sono ributtata su The Affair. Ammetto che ho iniziato a vederlo solo per Maura Tierney e Joshua Jackson e che i primi due episodi mi avevano lasciata interdetta, ma ora che l'ho quasi finita sono troppo curiosa di vedere dove andrà a parare. La storia racconta di una relazione extraconiugale tra Noah (Dominic West), insegnante, mediocre scrittore, sposato con 4 figli e di Alison (Ruth Wilson), cameriera, sposata e con la perdita di un figlio da affrontare. E di come questo rapporto si intrecci in un caso di omicidio. La particolarità è che vediamo gli stessi eventi, ma dai punti di vista dei due protagonisti, prima dell'uno e poi dell'altro. E' interessante vedere come cambiano certi dettagli, dall'abbigliamento di Alison - lei si sceglie un bel vestito, mentre Noah la descrive con canotta e pantaloni - oppure come raccontano gli atteggiamenti l'uno dell'altro. Non vi racconto oltre, perchè merita di essere visto! A me mancano le ultime due puntate!!

Rettifica: The Affair non è una miniserie, ma è una serie che è già stata rinnovata per una seconda stagione dove i personaggi rimarranno sempre gli stessi, al contrario di True Detective o Fargo.

Stand by

  Vorrei poter mettere tutto in stand by, guardare le cose da fuori per poterle riordinare, per dare delle priorità, per potermi concentrare su ciò che conta davvero.

  Purtroppo non è possibile farlo, non è possibile dire alla vita Fermati! Fammi scendere!, ma è sempre tutta una corsa, sia fisica sia mentale. E che di questo io sia stanca, ne è prova il raffreddore che mi è venuto questa settimana.

  Ogni settimana tocca un giro all'ospedale con mio papà, questa addirittura due. Certo, meglio averlo a casa e portarcelo quando è strettamente necessario, ma è dura. E' brutto lasciarlo lì al mattino e correre in ufficio con la testa altrove, quando invece hai bisogno di concentrazione per risolvere tutte le rogne del momento. Senza contare il ritrovarsi a fine giornata in ospedale, a fare chiusura nel day hospital con le infermiere...e bisogna anche ringraziarle per quanto sono gentili e disponibili.

  Ormai tutto viene schedulato in base alle necessità familiari e lavorative: visite, medicine, ufficio, appuntamenti coi clienti...e la vita dov'è? Eh, c'è anche quella, ma è relegata in un angolino, perchè la voglia di uscire è ai minimi storici, perchè le uniche persone con cui vorresti stare sono lontane o troppo impegnate e quindi ormai non vedi l'ora che sia sera per piazzarti in relax a vedere un telefilm o leggere. E' anche vero che tutto ciò è il risultato dell'inverno che ti fa venire più voglia del letargo che di uscire.

  Però devo anche reagire, perchè la vita è mia e non voglio guardarmi indietro e avere dei rimorsi o dei rimpianti. Ed è per questo che dopo capodanno mi sono regalata un weekend nelle Marche, da un amico che vorrei tanto abitasse più vicino. O che domenica sono fuggita nel pomeriggio e ho lasciato i miei con mio fratello e sua moglie. O che domani sera inizierò il corso di zumba con le mie colleghe e so già che mi divertirò un sacco.

  Certamente vorrei anche una persona accanto, ma una relazione necessita di una cura e di una dedizione che non so se in questo momento potrei dare...avrei più bisogno di qualcuno che si prendesse cura di me, ma sono difficile anche in questo. Il mio bisogno di essere indipendente mi nega la possibilità di appoggiarmi a qualcuno. Senza contare il terrore di essere delusa di nuovo, che continuo a portarmi dietro inesorabilmente.